L’intero settore aeroportuale e l’ENAC hanno condiviso da oltre due anni una modifica del codice della navigazione idonea a uniformare la normativa nazionale ai contenuti del regolamento CE 216/2008 e del correlato Regolamento UE 139/2014 in termini di sicurezza operativa aeroportuale (safety).

Il testo condiviso, presentato all’inizio del mese dal capogruppo del Partito Democratico presso la commissione Bilancio del Senato come emendamento da inserire nel decreto legge Fiscale, è stato stravolto con una nuova riformulazione che è in palese contrasto con i princìpi sanciti dai richiamati regolamenti europei, nonché dal Regolamento UE 376/2014.
Detta nuova riformulazione del testo è inaccettabile ed è stata infatti respinta in quanto rischiava di diminuire i livelli di sicurezza operativa richiesti dal contesto normativo, favorendo situazioni di minore sicurezza per tutti i soggetti che si muovono nell’area di movimento (passeggeri, operatori aeroportuali, soggetti appartenenti agli enti di Stato e così via) e avrebbe portato la safety aeroportuale indietro di decenni.
Altrettanto inaccettabile sarebbe tuttavia non operare alcuna modifica all’attuale versione del codice della navigazione.
E’ assolutamente indispensabile quindi che sia nuovamente introdotta una formulazione del codice aderente alle normative europee – peraltro direttamente applicabili ai singoli Stati membri – come quella originariamente proposta, con la mera finalità di allineare la normativa nazionale al dettato della richiamata normativa europea che, come noto, negli ultimi anni ha rivoluzionato il tema della safety aeroportuale.
E’ indispensabile dotare il gestore aeroportuale delle leve e dei poteri utili a esercitare la responsabilità che gli viene attribuita dai regolamenti predetti. Per questo si rende necessario attribuire al gestore le giuste leve normative per coordinare tutti i soggetti che operano sullo scalo, mantenendo il più elevato grado di sicurezza operativa per gli operatori e per i passeggeri, approccio che, come si è evidenziato, è già in essere presso un elevato numero di scali europei.
Non è assolutamente possibile dissolvere lo sforzo che l’intero settore aeroportuale italiano, in raccordo con l’Enac, con il Ministero delle Infrastrutture e con il Governo, ha messo in atto per allineare la normativa nazionale alle responsabilità derivanti dalla corretta attuazione dei sopra richiamati regolamenti comunitari affinché, oltre alla piena ed effettiva responsabilità operativa attribuita al gestore aeroportuale, lo stesso sia dotato dei poteri necessari ad espletare le proprie funzioni senza determinare nuovi oneri aggiuntivi per lo Stato.
In via generale, d’altra parte, l’aumento dei livelli di sicurezza del trasporto aereo passa anche attraverso il rafforzamento delle risorse di cui può disporre l’Ente Nazionale dell’Aviazione Civile per adempiere a princìpi regolamentari sempre più stringenti e inderogabili.
A causa della mancata sostituzione dei dirigenti, dei funzionari e dei tecnici andati in pensione, l’attuale numero di professionisti in organico all’ENAC è drasticamente ridotto, sia in sede centrale sia nelle direzioni periferiche, in delicati ambiti che riguardano la regolazione del settore, la certificazione, la sorveglianza degli aeroporti e non solo.
L’Italia non può rimanere indietro rispetto a una riforma così importante che serve, soprattutto, a garantire la sicurezza dei passeggeri in un momento storico in cui la globalizzazione rende sempre più necessario il volo.

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Scarica il comunicato stampa congiunto ENAC – ASSAEROPORTI